venerdì 12 giugno 2009

Io dichiaro..o almeno ci provo..



Crocchettose, sono tornata, mi spiace non esserci stata ieri. Ma po vi racconto.
CIACCO apetto tua domanda..
Gdn questo post so che ti piace...

Io nel corso degli anni, ho imparato una cosa fondamentale.

Comportarsi con pacatezza, e dolcezza, non vuol dire essere deboli, ma marca una forte personalità e si ottiene quasi sempre quello che si vuole. In tanti pensano il contrario ma secondo me sbagliano. Ora cerco di spiegarmi meglio.



Il comportarsi in modo pacato e assennato non è affatto segno di debolezza ma denota, in chi la trasmette, una forte personalità, molto più del normale. Coloro invece che vivono in modo nervoso , in collera, competitivo e con una gran voglia di prevalere sugli altri, in genere, sono degli eterni infelici: agire in maniera impulsiva ed arrogante porta solo a dissapori continui. Dal mio punto di vista chi urla risulterà sempre il più debole. E sappiamo che è anche un bel luogo comune, ma in tanti vivono di questo luogo comune.



Sentimenti come la dolcezza, la moderazione e la comprensione, dovrebbero essere riscoperti e rivalutati, perchè questi piccoli elementi, aiutano ad affrontare meglio la giornata e a vivere bene, anzi benissimo con gli altri.



La dolcezza diventa quindi un antidoto contro la prepotenza e la prevaricazione. Ecco piccoli consigli di come viverla all'interno degli ambienti quotidiani, dove spesso è necessario moderare toni e linguaggi:



Con il partner è importante ritrovare comprensione ,come quella che da innamorati all'inizio della storia si trasmette con sguardi e tenerezze. Lungo il percorso della vita insieme è indispensabile imparare a coltivarla e mantenerla perché diventi la base della vita quotidiana. E questo a volte non è facilissimo, bisogna lavorarci, perchè qui a volte scatta l'egoismo.



· Nel lavoro la moderazione e l'ascolto stimola la professionalità ed il rispetto dei colleghi e così anche loro ricambieranno con la stessa moneta e si lavorerà tutti meglio. La capacità di discutere con una voce moderata ( né troppo alta, né troppo bassa) da modo che le parole che vengono pronunciate siano decise e lo sguardo che le accompagna sicuro e per niente debole. Mi ricorderò sempre una mia insegnante del liceo, lei non urlava mai, ma c'era da preoccuparsi quando il tono della sua voce diventava bassissimo, tagliava più di qualsiasi urlata, fidatevi.



Con gli amici l'ascolto e la disponibilità da modo di trasformare l'amicizia in momento di gioia e lealtà tra persone che trascorrono momenti di vita assieme.



Certo, a tutte noi capita un momento di collera, che vorremmo esternare magari urlando ecc, ma ricordate una cosa, e dobbiamo sforzarci in questo, non è facile : l'arma vincente è uno stile di vita che assecondi gli avvenimenti che accadono e non cerchi di contrastarli con aggressività.

Non cerchiamo mai di imporre la propria personalità, ma proponiamola la nostra personalità, con classe e amore. E li si che saremo veramente croc.



Tutto chiaro mie care croc, e voi come ve la cavate ?? E come se la cavano i vostri interlocutori ?



Un forte abbraccio.

Pat

19 commenti:

  1. Più cresco e più si riduce il volume delle mie sfuriate.
    Anche perché mi sono resa tristemente conto che con la serenità si può risolvere quasi tutto, e quel poco che, putroppo, non ha rimedio non ce l'avrà di certo inquietandosi ultermiormente..

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  2. ciao pat! io me la cavo veramente male mi sa. O forse ultimamente un po' meno male: cerco sempre di contare fino a dieci prima di arrabbiarmi. Ed è vero, una risposta razionale e pacata è la cosa migliore! Però ci vuole tanta pazienza.
    Spero di migliorarmi!

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  3. alicevr, bisogna migliorare per noi stessi, non per gli altri..viviamo meglio, è dura all'inizio per il semplice fatto che anche noi a volte siamo un po' accentratorie permalosi ma poi se scatta il click tutto migliora..
    @bruni bacio grande.
    pat

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  4. ciao mia cara...io me la cavo veramente male...mi rendo conto di vivere a 1000 all'ora, il tuo post mi ha fatto pensare e vedrò di contare almeno fino a 10 prima di urlare ed inveire...sono un po' permalosa ma devo migliorare...promesso!!!

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  5. Cara Pat... oggi per me è una giornataccia. Sono in preda allo sconforto più totale...Comunque, in merito al post, io detesto chi urla e chi si vuole imporre con arroganza e prepotenza. Per questo io non lo faccio mai. Ma a volte, ammetto di essere un pò succube del luogo comune secondo cui, pacatezza e dolcezza= debolezza e infatti a volte fatico a farmi rispettare. Dovrei imparare a non farmi mettere i piedi in testa da nessuno, magari con quel tono di voce basso basso come faceva la tua prof. al liceo.

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  6. mi spiace marissina, che succede?
    bacetti
    pat

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  7. ...forse è solo un attimo, una sensazione, un momento da affrontare e superare...stai tranquilla, mi riprendo, mi riprendo, farò appello a tutta la mia forza interiore,e mi passerà.

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  8. Pat!!!!!Ma perchè scrivi queste cose???Io avrei mille cose da dire ma devo studiare!!!!
    Comunque,in breve e senza andare tanto sul personale,ti dico questo.L'agressività e la prepotenza le ho cancellate dalla mia vita molto tempo fa.Ero piccola quando ho deciso che comportamenti che mi hanno fatto soffrire io non avrei ripetuto..Non ti nascondo però che è stato difficile per me capire e successivamente accettare il fatto che alcune persone sono cosi.
    Ma sono d'accordo con te!Sono le persone più deboli e più insicure.Dunque,io sono più forte,più solida e anche più simpatica... Il giudizio degli altri?Non mi interessa.Sto bene con me stessa cosi...
    Potrei continuare per ore,ma è meglio smettere qua...
    un bacio grande!Mi sei mancata ieri!!!

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  9. @marinakianche voi mi siete mancati..
    ma ora sono quiiii, ecco forse martedi devo riassentarmi, ma non ne sono ancora certa, poi basta, anche perchè partirà il mio sitooo
    pat

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  10. Io mi arrabbio quando vedo l'arroganza imperante in giro... mi ricordo, qualche anno fa, di un imbecille sui 50 anni (quindi non diciamo sempre che sono i giovani a essere arroganti e maleducati) su un treno affollatissimo che mi ha tirato una gomitata quasi in piena faccia perché «Viste le intenzioni...». E a nulla è valso spiegargli con calma e pacatezza che io non avevo nessuna intenzione di scavalcarlo. È grazie a certe persone se il mondo va male.

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  11. Che bello ! Non vedo l'ora Pat.!
    Mi raccomando,io te lo ripeto sempre,divento noiosa,lo so,ma non stancarti troppo.La salute prima di tutto,ok?
    baci baci!

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  12. Piu' che d'accordo con te, Patrizia. Peccato che ora l'atteggiamento imperante sia quello di considerare l'arroganza come un valore. Soprattutto da chi e' convinto di essere gradino piu' in alto di te (lavorativamente, socialmente, etc.) con il classico atteggiamento 'forte con i deboli e debole con i forti'.

    Quando pero' si hanno gli argomenti, con educazione, un sorriso e le parole giuste si puo' ridimensionare chiunque.
    Parlo per esperienza anche lavorativa :-).
    Baci, Luc

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  13. ciao lucrezia grazie per il tuo commento
    bacetti
    pat

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  14. A volte credo, cioè mi piacerebbe, che ci fosse una ricetta, o un bugiardino con tanto di posologia e prescrizione “quasi medica” con una lista di effetti collaterali e pericolose interazioni, a riguardo degli ambienti e della gente frequentabile, a cura della propria e particolare forma mentale, peculiare a quel momento che si sta vivendo. Cioè, qualcuno che prescriva tutte le persone che servirebbero in quel momento, per correggere il tuo morale o il tuo carattere e di cui hai o non hai bisogno: se esci con Cristina evita Paolo. Parla con Simona, ma mai più di dieci minuti al giorno. Anche Valerio può andare bene, ma solo a stomaco pieno. In questo modo, esisterebbe una specie di prontuario delle relazioni ufficiali, dove trovare, catalogati un po' meglio di come siano adesso, i nomi delle persone che: propiziano il sonno, di quelle blocca-fame, di quelle energetiche, di quelle diuretiche, di quelle vitaminizzate.. e così via. In questo modo, ognuno, potrebbe incontrare solo quello che va bene per se’, senza rischiare inutili spargimenti di energie e sentimenti, fiducia mal riposta, spiegazioni vuote a perdere, senza litigi, senza ironici doppi sensi. Ma poi, io, amo le persone che scelgono, e, ripensandoci, questa cosa delle ricette non funzionerebbe. Le relazioni con le altre persone, se non sono basate su rapporti di reciproca convenienza, possono essere una totale confessione della propria personalità in certi giorni, con certe persone, fatti di parole vere, crude, che hanno il sapore e l'odore dei corpi, della pioggia che mi ha bagnato quella mattina andando al lavoro, di strade, di destini che s'incrociano e si perdono senza una parola e senza un rumore. Delle persone che vedo e frequento ogni giorno, ho idee e pensieri che mi sono fatta nel tempo, l'idea dell'altro, del diverso da noi, che è sempre un'avventura affascinante, ma anche pericolosa e le cui conseguenze si avvertiranno dentro e che spesso si sono rivelate sconvolgenti, spietate, stupende e dolorose. Adesso so, il modo in cui posso relazionarmi con Francesco, e so che, una battuta sarcastica di troppo, non lo offende, anzi, ne stimola la naturale ironia e le sue battute al vetriolo. So che con Rosanna posso parlare chiaro, anzi devo, perché non capisce i sottintesi. Con lei urge chiarezza, a volte detta anche nuda e cruda, per capirsi. Con Elena invece, come con Antonio, c’è da andarci cauti, entrambi sono permalosi e prevenuti. Occorrono pazienza e misura, nelle espressioni, locuzioni edulcorate e il tutto condito da modi e atteggiamenti distanti e distaccati, con fatti presi alla lontana. Con Paolo posso scherzare anzi, è auspicabile scherzare, lui intinge nel cappuccino della mattina risate ed allegria. Con Federico per farmi rispettare ho alzato la voce. Ci sono andata giù pesante, per così dire. Ma con lui ho dovuto. Non capiva che più in là di così, non poteva andare.

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  15. E poi ho sferrato colpi, anche violenti, a coloro che non sopporto in assoluto, agli “ignavi” per definizione, quelli che, timorosi delle conseguenze che possono derivare dal loro comportamento, non si assumono le responsabilità delle loro azioni, non partecipano attivamente agli avvenimenti, non provano alcun interesse e non si schierano con determinazione per nessuno e per nessuna idea. Al contrario vivono “nell’ombra”, perseguendo come unico fine, la difesa della loro quiete. Dante, come descritto nell’Inferno, li definirebbe gente “sanza ‘nfamia e sanza lodo” (Inf. III, v. 62), uomini e donne indecisi, passivi, egoisti, privi di volontà, dunque spregevoli: e questa è la gente che più disprezzo. E il mio disprezzo nei riguardi di questa categoria di solito è palese. Ho imparato, nel tempo ad adeguare il mio modo di rapportarmi alle personalità delle persone che incontro, ma ho imparato, anche per me stessa, l’accettazione, l’amore e l’esaltazione della dualità della mia vera natura, anche nei suoi aspetti meno culturalmente mediabili, ancorché asserviti ad un’estetica impeccabile e raffinatissima, per evitare il risultato di una dolorosa antitesi, che sempre ha fatto a pugni con la mia educazione di stampo vittoriano, e che ha condotto al graduale disconoscimento delle mie radicali pulsioni vitali, in quanto naturali e naturali in quanto vitali. Se presa, per qualche fatto, da un indefinito, panico, titanico, dall’altro lato, vengo presa da una rabbia emotiva, rimasta implosa per troppo tempo e per troppi anni. Ed è in questa lotta, io credo, che devo probabilmente ricercare la soluzione del conflitto. Eppure è proprio il fascino dell’irrazionale lato selvaggio, l’indizio per la soluzione, l’accettazione della dualità, soprattutto femminile, l’accettazione della docilità, della dolcezza, del mio essere “accomodamente”, a volte, in modo prettamente femminile, ma anche il riconoscimento di un lato sì docile, tuttavia aggressivo, protettivo, tuttavia feroce, della mia anima. Anni di frustrazioni e di lacrime per amare il mio lato aggressivo, istintivo, auto-protettivo della mia femminilità troppo addomesticata dalla società, che impedisce alle donne e le etichetta come “streghe” se si “difendono”, e per difendersi ricorrono ai mezzi più ancestrali e selvatici della propria natura: la propria difesa personale combattuta con le unghie e con i denti, con la quale tentano di sovvertire le regole non scritte dell’osservanza, dell’essere donna dipendente e perennemente bambina, con delega ad altri della propria personale difesa. Io, senza arroganza ma con fermezza , determinazione e quando occorre parole che lascino segni che fungano da cartelli come segnaletiche stradali lascio segni visibili: ALT! – VIETATO! (calpestarmi), AVANTI! ecc….

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  16. Buon pomeriggio carissima Patrizia. Le parole di Stregatta, tutte indistintamente, esprimono ciò che io non avrei saputo dire. Colgo l'occasione per salutare lei e augurare a tutte un buon fine settimana. Negli ultimi giorni sono ocuupata da mille e uno pensieri ma tu, pat, e tutte le altre siete sempre nel mio cuore.

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  17. per le amiche, io sono "ghiacciolo" perchè sembro sempre un pò distaccata da quello che mi succede e che succede intorno a me...

    prima, ero molto più impulsiva, poi, ho imparato ad esserlo di meno...più che altro, a valutare bene cosa e come dire.

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  18. Devo dire la verità: in questo campo, non me la cavo affatto. Quando mi arrabbio sarei capace di far qualsiasi cosa, a rischio e pericolo per il mio interlocutore. però, col tempo, ho cercato di abbassare il tono di voce quando litigo, soprattutto col mio ragazzo. Ho capito che se alzo la voce divento prepotente, arrogante e aggressiva. E io nn mi indentifico in ciò. Ho cercato di controllare la mia impulsività: in parte ci sono riuscita, in parte c'è tanto lavoro su me stessa da fare. Però, step by step.
    un bacio e buon week end, Pat!

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