lunedì 8 giugno 2009

Come essere icone di noi stesse...


Croc,buon lunedi e buona settimana a tutti qualcosa mi dice che questa settimana non ci saranno ponti ma vedrete che passerà in fretta.
Ripensavo alle icone:

Quante volte abbiamo detto: uh come mi piace quella persona li, adesso la imito..analizzando nei minimi dettagli il suo look, gli accessori ecc..MA ATTENZIONE, noi non siamo cloni di nessuno, abbiamo la nostra personalità, il nostro modo di fare, possiamo si prendere spunto ma io sono dell'idea che il nostro stile dobbiamo crearcelo noi!! E quindi possiamo permetterci di diventare icone noi..



Ecco alcuni consigli:

se siete confuse, guardate le foto di quando eravate piccole, lo so che ci vestiva la mamma, ma io già allora avevo le idee ben chiare, a me per esempio piaceva il rosa, le camicie, le gonnelline dovevano essere a ruota, pantaloni stretti sulla caviglia ecc.
Secondo me è giusto interpretate il trend del momento, ma non seguirli alla lettera.

facciamo gli acquisti con il cuore e la pancia (uh la famosa pancia), per esempio quando a me colpisce una cosa veramente la compro, se non sono convinta no, e non mi faccio influenzare di certo da amiche o commesse, che possono si darvi un consiglio, ma siete voi a decidere l'acquisto.
perfetti i capi delle altre stagioni mischiati a dei capi appena comprati
nessuna paura se siete diverse dalle altre: avanti a testa alta convinte di indossare il capo più bello.Questo significa credere nel vostro stile. Essere sicure di noi..
unghie, capelli, pelle devono essere sempre curati.


Come in tutte le cose,per avere e per creare il nostro stile occorre testa e concentrazione, quindi io consiglio di studiare gli abbinamenti giusti, gli accessori azzeccati ecc..e osare un po' anche .

Il mio stile è molto camaleontico un giorno etnico, un'altro molto Audrey, un altro ancora sportivo un alro da vera selvaggia...eh va bè..Ma alla fine so per certo di avere un mio stile personale, che non è così lontano da come mi vestivo durante la mia infanzia.

E voi mie croc come siete messe?

Baci

Pat

19 commenti:

  1. difficile dire quale sia il mio stile. Anche io mi vedo molto camaleontica, mi piacciono le cose coloratissime, le scarpe un po' strane, gli accessori vistosi. Ma mai tutto assieme. Un tocco qua e là un po' alla volta. Ogni tanto mi sento dire che metto cose che "non mi valorizzano", ma dato che nn mi sono mai insaccata come un salsicciotto, se mi piace una cosa nn ne riesco a fare a meno (di comprarla e indossarla). Sul trucco e parrucco è un po' più difficile, nn sempre riesco ad essere come vorrei.

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  2. Buongiorno Pat!
    io ho lo stile selvaggia praticamente da sempre ma prima o poi...più poi :D
    Però il bau della foto cel'ho uguale uguale :-))
    baciii

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  3. wow tremenda sono carinissimi i carliniiii
    pat

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  4. Ciao,Pat!!!!Come stai? Questo post mi ha messo un pò in crisi perchè ho pensato che mentre io nella mia testa so come vorrei vestirmi,nella vita di tutti i giorni,ho uno stile molto diverso.Per comodità,per abitudine,forse anche per insicurezza..Sai,come una divisa ,un passepartout...Però,non rinuncio mai a i miei braccialetti.Li porto sempre,come se fossero dei talismani!Tutti belli,particolari,con un significato diverso ed importante...
    un baccio grande!!!

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  5. cara Pat, nella mia testa vorrei essere come Grace Kelly Caroline Hannover ed invece sono...un disastro lo ametto!!!! non riesco mai ad essere come vorrei anche adesso i miei capelli sembrano usciti da un frullatore...non mi piaccio proprio, sarà forse che sono in un periodo di transizione emotivo...ma non so...un bacio mia princess

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  6. Buongiorno Patrizia. Devo sempre adeguare i miei gusti al mio corpo. Che ci vuoi fare, non sempre ciò che piace va bene.

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  7. Buongiorno Pat.
    Bel dilemma?!
    Il proprio stile....

    Anche a me piace acqistare capi con cou scatta un certo feeling (il classico CLICK) quelli insomma con cui allo specchio mi vedo proprio IO!

    ma poi mi sorge il problema di come abbinarli!
    Certo come scriveva una ragazza qui sopra anche il ns fisico ci pone dei "limiti"....

    (e pure il portafogli)

    Insomma non e' sempre cosi' "divertente"!

    Bacio e buona settimana
    C.

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  8. sì, lo stile deve essere personale e deve trasmettere qualcosa di sè. io sono tendenzialmente minimal e rigorosa ma nell'armadio ho qualche gonna a ruta, qualche tubino lezioso e qualche top con le balze.

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  9. Io sono alla ricerca di un'immagine che traduca davvero la mia essenza, in questi giorni più di prima. E sai cos'ho capito? che nel momento in ci troverò davvero la mia essenza allora non avrò più problemi di look! :)

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  10. buongiorno cara Pat, io spesso mi vesto a secondo del mio stato d'animo e del cielo!!!se è nuvoloso, sono un pò grigia anche io! però sono una persona che in quanto a stile non osa molto ma anzi si mantiene abbastanza fedele e costante e così i pantaloni sono sempre neri o marroni,al massimo blu, ma mai bianchi o di colori pastello! Il giallo non è un colore che amo molto così come il marrone, solo in estate, al mare, mi lascio un pò andare*kiss

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  11. Il mio "stile" è talmente classico che ancora vado con alcune cose dei tempi del liceo.

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  12. Siccome per ritrovarsi, qualcuno ha detto che bisogna prima essersi dimenticati, prima di divenire quella che sono ora, ho indossato più volte straordinarie, a volte incomprese personalità, adottando via, via, una miniera inesauribile di sorprese che andavano dal Kitsch più sfrenato degli anni a cavallo tra gli ottanta e i novanta, dove il ridicolo a volte, andava a spasso col sublime, e trasgredendo, in altre, le regole della moda, della verosimiglianza, a braccetto con un’anarchica follia, in altri giorni. A seconda dei libri che leggevo, o dei film che mi colpivano, indossavo e indosso ancora, maschere da “femme fatale”, da “guerrigliera”, da “pin up anni 50”, da “first lady”, da “intellettuale”… e tutte incarnavano e incarnano lo stesso modello, crocevia di me stessa e delle mie molteplici personalità.
    Io, negli anni, mi sono sempre persa e ritrovata, o forse non mi sono mai allontanata da me, dalla mia Itaca, (Itaca è la Patria che sta a simboleggiare la nostra stessa essenza, se stesse ed il viaggio lungo e periglioso da compiere, sono gli ostacoli della vita da oltrepassare e superare per ritrovarsi poi, e far di nuovo approdo al proprio sé, rinvigorito e rivitalizzato (la simbologia archetipica dell’”Odissea”, è vastissima quanta interessantissima…!); quindi, dicevo, ho perso il mio cavallo di Troia, poi ho perso Troia. Poi ho perso, e basta. Poi, prima o poi, tornerò, mi ritroverò...e rivedrò di nuovo la mia Itaca io, me stessa,ma diversa e arricchita, e so che per ritornare a me devo ancora viaggiare e vedere molto, ed indossare ancora tante e tante vesti per ritrovarmi di nuovo nuda, come quando sono nata, perché solo quando nude e depurate da ogni stoffa e colore, siamo noi,vere, e non so se riuscirò di nuovo a ritornare vergine di tutto, senza paura, senza tutti gli orpelli di cui negli anni mi sono adornata e nascosta.

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  13. Esistono donne, col quale il coprirsi con un quotidiano “ottanta acrilico e venti viscosa”, comprato al discount vicino a casa, è il massimo a cui possano aspirare, e non certo per mancanza di buon gusto, ma si auto-convincono che possa bastare e possa andar bene, ogni santo giorno… Oppure, guardo le altre donne addobbate, appesantite di ricchezza, portatrici sane di “griffe”, di moda per gente facoltosa, le guardo muoversi nel loro universo colorato, i loro suoni,le loro parole attutite dall’arcobaleno dei loro vestiti, dei loro capelli, dei loro visi rifatti da maghi della chirurgia estetica, che nuotano in un mondo dallo schermo convesso: come spiare dei pesci in un acquario: la stessa sensazione di fredda estraniazione.
    Molte donne finiscono dove inizio io, e non è presunzione, è la constatazione di una profonda diversità di una visione della vita, perché io amo sentirmi diversa e non omologata, e davvero penso che l'unico muscolo che valga la pensa allenare per tutta la vita, sia il cervello, possibilmente autonomo. Vestirmi per me è coprirmi cercando di amalgamare colori, non opprimendo il mio corpo, mantenendo libertà nei movimenti, cercando di enfatizzare ciò che ritengo del mio corpo, enfatizzabile, mitigando ciò che ritengo debba essere mitigato. D’accordo con Patrizia sono a favore della precipua personalità di ognuno portata anche addosso, anche come una bandiera se necessario, che si esplica in un abbigliamento fedele a se’, a scapito dei dettami di una moda di carriera, di scelte subite e scelte non fatte, di consumismo. Sono lontana da vestiti che grondano ipocrisia, di troppi pensieri che intrappolano la vita, di oggi semplici per avere domani complessi, di paure, di sogni e di cantieri. Vestiti apparentemente semplici ma costosi, che mettono in scena le crisi di una persona che ha apparentemente tutto, ma che quel tutto è ancora e sarà sempre poco. Io vedo un vestito come cura quotidiana del se’ e di se’, un vestito che rappresenti la mia persona, il mio essere, e non che gridi il mio stato sociale ed economico. Io indosso una veste catartica, con la quale star bene di giorno e di note, lana fuori che mi protegga, cotone sulla pelle che mi rassicuri e rinfreschi e che dica al mondo ciò che sono, perfetta e imperfetta,l’ossimoro che sono, e non quello che possiedo. Niente come l’abbigliamento, secondo me, mette di nuovo in evidenza l’eterno quesito, l’etena dicotomia Frommiana: “Avere” od “Essere”?

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  14. Ho diviso il commento in due parti...Ciao Pat.

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  15. BAh io in genere sono banale. NEl senso che la mattina mi copro con una delle tante "divise" che ho, già più o meno accessoriate, mi lavo i denti, faccio colazione, indosso la faccia da lavoro e vado. Certo le divise me le sono scelte a accomodate io, quindi mi rassomigliano, ma non ci faccio tanto caso, vado abbastanza in automatico, al limite cambio dei particolari qua e là. In certi periodi mi stufano e vorrei buttare tutto all'aria, ma in definitiva direi che il mio abbigliamento mi rispecchia e, Patrizia, non ha torto non c'è soluzione di continuità con quello che mi rappresentava bambina.
    Abiti lineari, semplici, femminili, giacche lunghe o corte ma sempre accostate al punto vita, pantaloni maschili di preferenza senza pinces e con la piega, magliette giro collo. POi ogni tanto un tocco di eccentricità, soprattutto nei tagli un po' arditi, o in un drappeggio, un collo (soprattutto nei cappotti e nei capispalla), una fantasia.
    NIente di femminile nel senso comune del termine: trine, merletti, voulant, poco pizzo, niente colori pastello. Scolli, quelli si, la sera.
    E scarpe tutte, basse, alte, eleganti e meno, anche eccessive. Qualche gioiello, quasi mai dela bigiotteria anche se quella vistosa e di design che va tanto adesso mi attira molto addosso alle altre
    NEi fine settimana sono selvaggia parecchio, appartengo a mio figlio ed a un altro mondo, fatto di mare, monti, campagna, di giochi in cui ci si sporca parecchio e non si può fare la femminiuccia, per cui jeans polo, megliette, maglioni, abitini in cotone, sneakers e birkenstock vanno per la maggiore.
    Come sono io sotto tutta questa stoffa? mah se devo essere sincera credo che gli abiti siano parte della "parte" che recitiamo, più o meno consapevolmente, nella vita e nelle relazioni con gli altri esseri umani. Forse è per questo che io mi ritrovo in me sopratutto quando mi guardo nuda come mamma mi ha fatta.
    Ciacco

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  16. Ecco, vedo che ho fatto bene a decidere d'impostarmi su di un cane-simbolo.
    Wallys e Tremenda hanno i carlini, un giorno io avrò il mio bulldog francese - uguale a quello di Yves Saint Laurent.
    :-)

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  17. ho conosciuto donne velate da capo a piedi che erano icone di stile senza sfoggiare nessun abito. la personalità traspare da una fessura. a volte, basterebbe essere persona a 360 gradi per essere icona.

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  18. in questo momento sto adottando uno stile sportivo-femminile: pantaloni morbidi, magliette colorate, capelli lunghi sciolti ed le mie immancabili campanelle rotonde alle orecchie...mi piaccio così ;-)

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